PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE
Il dimensionamento
degli impianti di fitodepurazione non è semplice
VERO
Essendo impianti naturali non rientrano nel contesto delle scienze esatte
e le diverse equazioni che sottendono al dimensionamento includono fattori
di indeterminatezza che il progettista deve attentamente valutare. Un
buon impianto di fitodepurazione, a valle di un pretrattamento classico
e che rispetti la tabella di legge per scarichi in acque superficiali,
difficilmente potrà avere dimensioni inferiori a 3/4 mq per abitante
equivalente servito.
Gli impianti
di fitodepurazione sono poco profondi
VERO
Poiché le radici delle piante impiegate non raggiungono profondità
maggiori di 80 cm, gli impianti di fitodepurazione hanno profondità
massime di circa 1 m. Impianti con profondità superiori a 1,3
metri sono inutili e dannosi in quanto parte delle acque di scarico
sfugge all'azione depurante delle piante
Uno dei limiti
della fitodepurazione è la necessità di spazio
VERO
La fitodepurazione ha bisogno di maggior spazio rispetto agli impianti
tradizionali (p.e per 10 a.e., 40 mq), non sempre disponibile da chi
vorrebbe applicarla.
Realizzare un
impianto di fitodepurazione è facile
FALSO
La mancanza di tecnologie avanzate induce a pensare che sia relativamente
facile costruire un impianto di fitodepurazione, ma in realtà
vi sono diversi accorgimenti tecnici da seguire, sconosciuti ai più,
che rendono l'opera assai più complicata di quello che sembra.
Gli impianti
di fitodepurazione si colmano con terra
FALSO
Mai la terra deve essere impiegata per il riempimento di fitodepuratori.
Danneggia l'impianto compromettendone il funzionamento in quanto favorisce
la crescita di infestanti che inibiscono lo sviluppo delle piante depuranti
e queste ultime, che devono vivere solo di ciò che trovano nell'effluente
da depurare, traggono a loro volta sostegno dagli elementi chimici e
biologici presenti nel suolo, non trasformando quindi a sufficienza
quelli contenuti nelle acque di scarico. Di fatto, come riportato nella
Guida Tecnica Nazionale ISPRA 2012, i fitodepuratori
s.s. si riempiono solo con inerti di cava.
Gli impianti
di fitodepurazione più comuni si dividono in due categorie: a
flusso subsuperficiale orizzontale e a flusso subsuperficiale verticale.
VERO
I più comuni in assoluto sono quelli a flusso subsuperficiale
orizzontale (max prof. 0,8 m), più semplici da realizzare e più
facili da gestire. Quelli a flusso subsuperficiale verticale (max prof.
1,1 m) permettono un maggior contenimento delle superfici, ma abbisognano
di un apporto discontinuo di effluente gestibile solo con vasche di
equalizzazione e stazione di pompaggio che aumentano i costi di gestione.
Le piante adatte
alla fitodepurazione delle acque di scarico appartengono a poche specie
selezionate
VERO
Possono essere impiegate Phragmites Australis, diverse varietà
di Typha, Juncus, Carex, Scirpus e subordinatamente il giglio palustre
giallo.
IMPIEGO E FUNZIONAMENTO
La fitodepurazione
non è adatta per utenze stagionali
FALSO
Nulla di più falso. La fitodepurazione è proprio il sistema
più adatto per depurare le acque di scarico di utenze stagionali,
quali agriturismi, campeggi, hotels, seconde case, ecc. Infatti questi
impianti, a differenza di quelli tradizionali a fanghi attivi, non soffrono
in maniera sensibile le variazioni di carico organico potendo disporre
di tempi di residenza idraulica molto più elevati. Ciò
li rende particolarmente efficaci nella depurazione delle acque di scarico
di attività stagionali come per esempio quelle da cantine vitivinicole.
La fitodepurazione
è adatta al riutilizzo delle acque di scarico
VERO
Garantendo sempre ottime rese depurative nel tempo la fitodepurazione,
se ben dimensionata, consente il riutilizzo a scopo irriguo delle acque
di scarico, con evidenti vantaggi di risparmio energetico e re-impiego
della risorsa.
La fitodepurazione
permette l'abbattimento elevato della carica batterica
VERO
E' ormai dimostrato che gli elementi microbiologici presenti negli scarichi
subiscono abbattimenti medi del 99% con punte del 99,9%. Infatti l'alternarsi
di condizioni aerobiche ed anaerobiche nel medium di filtrazione non
consente la sopravvivenza della stragrande maggioranza dei ceppi batterici
presenti negli scarichi trattati.
La fitodepurazione
genera cattivi odori e consente la proliferazione di insetti molesti
come le zanzare
FALSO
Negli impianti a flusso subsuperficiale il livello del refluo viene
mantenuto ad una profondità minima di 10/15 cm dal piano di calpestio
(assenza d'acqua in superficie). La superficie dell'impianto è
quindi asciutta, ciò preserva dai cattivi odori e dal deposito
di larve di insetti (problemi possono insorgere negli impianti a flusso
superficiale tipo laghetto, qui non trattati).
La fitodepurazione
permette l'evapotraspirazione totale delle acque di scarico
FALSO
I fitodepuratori sono depuratori a tutti gli effetti. Tutto ciò
che entra esce depurato, per essere nuovamente ceduto all'ambiente sotto
forma liquida o riutilizzato. Solo nei periodi più caldi, alle
nostre latitudini, si possono registrare valori di evapotraspirazione
in genere compresi tra il 15% e 25%. Lo scarico zero è quindi
da ritenersi impossibile da ottenere per rapporti costi/benefici accettabili:
nelle aree peridesertiche sono necessari almeno 20/25 mq per abitante
servito!
La fitodepurazione
consente il ricircolo in testa d'impianto e scarico zero
FALSO
Poiché è impossibile far evapotraspirare giornalmente
tutta la quantità di scarico prodotta è altrettanto impossibile
accumulare all'interno dell'impianto nel tempo una sempre maggiore quantità
di effluente. Gli impianti di fitodepurazione devono comunque prevedere
lo scarico finale.
Altresì non esiste tecnologia o sistema di depurazione che consenta
l'evapotraspirazione totale degli scarichi per costi e superfici accettabili.
Comunque in ogni impianto che viene chiamato ad "evapotraspirazione
totale" è sempre prevista la dispersione nel terreno di
buona parte del refluo non depurato. E' per questo che si può
ragionevolmente sostenere che l'evapotraspirazione totale non esiste!!
La fitodepurazione
si impiega con successo su scarichi domestici o a questi assimilabili
VERO
Essendo impianti fondati sulla trasformazione naturale della biomassa
possono essere impiegati solo per scarichi prevalentemente biologici,
come quelli provenienti da insediamenti umani o da attività di
trasformazione di prodotti naturali (p.e. cantine). Per contro mal si
addice la fitodepurazione per gli scarichi eminentemente industriali
a forte componente chimica.
La fitodepurazione
può essere impiegata a varie latitudini ed altitudini
VERO
Tali impianti possono essere realizzati indistintamente a tutte le latitudini
nel nostro paese e ad altitudini in genere non superiori a 1600-1800
m s.l.m.
GESTIONE E
MANUTENZIONE
Dopo pochi anni
le piante devono essere sostituite
FALSO
Gli impianti correttamente dimensionati non prevedono la sostituzione
delle piante macrofite. Le piante, se scelte e nei modi e nei tempi
collocate correttamente non devono essere rimpiazzate o sostituite.
Gli impianti
di fitodepurazione prevedono la vuotatura periodica delle fosse biologiche
di pretrattamento (tricamerali, Imhoff, degrassatori)
VERO
Per il buon funzionamento nel tempo di un fitodepuratore deve essere
prevista la vuotatura periodica dei pretrattamenti o dei trattamenti
primari, pratica peraltro già dai più conosciuta anche
nel caso di trattamenti tradizionali.
Alcune piante
possono essere sfalciate nel periodo invernale
VERO
Nella maggioranza dei casi vengono impiegate le Phragmites Australis
(cannucce di palude) che nella stagione fredda acquisiscono quell'aspetto
"secco" che ad alcuni può non piacere. In tal caso,
e solo per ragioni estetiche, è consentito lo sfalcio fino anche
a pochi centimetri di altezza. Il funzionamento dell'impianto non viene
comunque pregiudicato, in quanto non viene a mancare meno lo scambio
di ossigeno a livello della rizosfera (radici-substrato) che permette
la depurazione delle acque di scarico.
COSTI
La fitodepurazione
costa più di altri sistemi o impianti a parità di abitanti
serviti
FALSO
Oramai è ampiamente dimostrato che a parità di abitanti
serviti e resa depurativa la fitodepurazione non ha rivali anche a livello
di costi di realizzazione
I costi di gestione
e manutenzione degli impianti di fitodepurazione sono pressoché
nulli o irrisori
VERO
Fatta eccezione per la vuotatura periodica dei pretrattamenti, peraltro
necessaria per tutti i sistemi di depurazione, la fitodepurazione non
abbisogna di costi di gestione sensibili, poiché di per sé
sprovvista di motori o parti elettromeccaniche (e quindi non sono neanche
necessari interventi di manutenzione specializzata). Solo gli impianti
a flusso subsuperficiale verticale, per i quali è necessario
un apporto discontinuo del refluo, si contabilizzano costi legati all'utilizzo
di pompe di rilancio. Per questa stessa ragione, se possibile, è
auspicabile l'impiego di impianti a flusso subsuperficiale orizzontale,
nei quali sono assenti energia aggiunta, apparecchiature nonché
tecnologie complesse.
DURATA
Gli impianti
di fitodepurazione ben realizzati sono fatti per durare nel tempo
VERO
Un buon impianto di fitodepurazione, se ben realizzato e ben gestito,
può durare più di 25 anni. Peraltro non è prevista
la sostituzione del medium di riempimento durante la vita dell'impianto.
Se mal gestito
un impianto di fitodepurazione può intasarsi
VERO
La mancata vuotatura periodica dei pretrattamenti o trattamenti primari
sottende al lento intasamento del fitodepuratore, invalidando così
il funzionamento anche di un impianto ben costruito. Ciononostante,
nella maggior parte dei casi, opportuni provvedimenti presi in fase
costruttiva possono rendere semplice l'eventuale intervento di manutenzione
straordinaria resosi necessario per la risistemazione dell'impianto.